Krisa - Paolo Pennisi

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Krisa

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"Queste righe di tanti anni fa le ho ritrovate tra le pagine di un libro, le scorro con tremore e non so fare commenti. Che potrebbe ancora mai rimproverare questo vecchio pazzo alla sua giovinezza? Dovrei dirle che non mi intendo più neppure con me stesso".

Krisa
(frammento)

"E' la storia di un giovane studente universitario, Maurizio Merlati, che, entrato a far parte di un piccolo gruppo terrorista, quasi senza rendersene conto arriva a rapire ed uccidere un ingegnere delle fabbriche di Marghera. Arrestato e condannato all'ergastolo, sconta lunghi anni di carcere. Graziato, ormai vecchio, decide di scrivere la storia del suo tragico destino. Il libro inizia da qui. Maurizio Merlati, devastato nello spirito, inizia a scrivere la sua storia rivolgendosi al lettore in cerca di una comunicazione con un mondo che lo ha rifiutato, e con cui oggi vecchio e stanco - tenta di tracciare una spiegazione di quanto gli è accaduto nel ricostruire gli episodi della sua storia (l'omicidio, il processo, il carcere). Ma nel procedere dello scrivere, il ricordare diviene autocoscienza, un sofferto e sempre più solitario dialogare con se stesso. Riemerge così dalla sua memoria, con sempre maggior forza, l'alter ego, l'inventata figura di Krisa, nato in modo confuso nel tempo giovane dell'università e poi costruito e reso quasi fisico nei lunghi anni di segregazione. Krisa diviene l'unica sua ossessionante compagnia, frammentata ai rimorsi e ai ricordi, con una successione incalzante del raccontare che diviene sempre più una storia parallela alla sua. Emergono due identità - quella di Merlati e quella del Krisa - che nella memoria il vecchio e sconfitto Merlati porta a confronto ed analizza in una furiosa ricerca di riscontri che possano giustificare le sue scelte di vita di giovane idealista, le motivino ideologicamente ed idealmente.
Appare subito chiaro che Krisa è figura ispirata al Cristo, e sono facilmente riconoscibili i personaggi di contorno. Ma, nell'andare del racconto, sempre più Krisa diviene sofferenza autonoma, quasi liberata dalla iconografia tradizionale, alla ricerca di una verità che non esiste.
Ma la conclusione del suo ricercare non approda a nulla se non in un desiderato, sperato, utopico rinascere del mondo". "E se almeno Krisa esistesse e venisse a punirci tutti veramente, se almeno potessimo sperare che un Krisa qualunque potrà venire un giorno per restituirci voglia e energie per ricominciare a discutere parlare ridere agire pensare, per vivere insomma trovando la forza e le illusioni per aspettare con naturalezza la morte. So che è impossibile, eppure grido che Dio lo voglia!"
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