1970 Venezia BLM - Paolo Pennisi

Vai ai contenuti

Menu principale:

1970 Venezia BLM

(Estratto dal catalogo)

"I ricordi la memoria li frantuma e ce li ridona tali che gli infiniti diversi momenti che sono stati possono apparire tutti insieme mescolati, mare quietante stinto dal sole, schiume ingobbite, fondali azzurrati, sperso il mare sull'orizzonte con il suo scafo bianco di nave, l'anima di una onda, una barca che fatica a remare e con esso ritagli di donna, una casa sul mare, gli idoli di sabbia e capanne vuote, giardini che non saranno mai più, il vento trasparente, una cancrena di nave, le ali di un uccello trapanate sul cielo, tutte striature di rimpianti e felicità". (Paolo Pennisi)

Presentazione di Paolo Leghissa

Se è vero che un artista vale per quanto sa esprimersi è altrettanto vero che la sua rinomanza è direttamente proporzionale alla capacità che ha di intenderlo la società.
Il discorso non vale soltanto per il genio anticipatore di valori di cui non abbiamo la nozione, ma anche per l'interprete delle attese vaghe ed inconfessate che costruiscono la struttura segreta e attuale dello spirito individuale che talvolta riusciamo a provare in fondo alle nostre aberrazioni.

Quando lo spettatore non è in qualche modo committente dell'opera in cui vede giustificate le proprie relazioni dottrinali o assecondate certe sue voglie di soggetti evocanti situazioni melate, o quando l'opera chiede riflessione e genera turbamento, egli volta le spalle all'arte, perché non può noverare tra i suoi vanti lo sfoggio di un'ultima vanità. E se ne vada: tanto Pennisi sa che la sua pittura non la fa che per quelli che alla vita credono in termini di inquietudine esistenziale.

Un uomo, nella angosciosa molteplicità delle proprie esperienze, ha la certezza di se solo se si incentra nel sentimento base delle emozioni più profonde e costanti; scopre così la categoria del sentimento personale e i valori più congeniali e favorevoli al sorgere: nei suoi quadri Paolo, con immagini di elementare semplicità o di alterazione tragica, riesumate dalla memoria ed essenzializzate, coglie e restituisce il senso, forse dimenticato, di una esperienza base della nostra vita interiore.

Un altro uomo nella profondità abissale del suo esistere per sé, sente l'insufficienza della propria umanità per redimersi; ma lo sgomenta, neofito, il paradosso cristiano dell'amore; non può subito coglierne il significato e cerca di riassumere in rapida sequenza le passioni che fanno violenza al Cristo per strappargli una promessa da Dio o per annientare in lui ogni giudice ultimo; non sa ancora contemplarne, commosso e pentito del martirio, lo scempio. Le tavole e i grandi pannelli del golgota, Pennisi li ha dipinti con gli occhi intenti a questo ruolo dell'uomo scosso dal misterioso dramma del Cristo.

Nella sua pittura il crocifisso è il testimone di una verità alta e lontana, dilacerato più dentro che fuori, già tutto brani e brandelli insanguinati, del male che gli uomini fanno per cercare il bene: la tragica maschera di Cristo è doppiamente dolorosa: per il male che si fa sulla terra e per il bene che si crede di fare.



Fu mostrato alla folla, stava per cominciare la commedia della sua morte, aprì le braccia per tutti, e tutti gli gridarono che dio non esiste e che la sua morte ricadeva sul padre suo.



Lo spingevano sul calvario, proiettata sugli uomini la sua immagine sanguinava, era lontana ogni luce delicata e frusciante che fino ad ieri gli schiariva. i capelli, e dentro fino alla pelle.



Si guardava il crocifisso morire, dio non si sapeva più dove fosse, il cielo immensamente deserto, l'aria si inumidiva di chiaro sullo straccio rosso appeso del cristo.



Spersa nella bianca memoria, l'impotenza si apriva la sua finestrella, si alzava contro il cielo macchiato, le lamine corrose dal vento, la cancrena della nave.



Profondo ed immobile il mare, la figura era trascinata via inseguita dalla paura, dai suoi ricordi e dalla stessa vita che sorridendo nascosta in un buco, la aspettava, in agguato, il vento aspettava di entrare in scena.
Torna ai contenuti | Torna al menu