Paolo Pennisi

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“Un uomo, un intellettuale, un “artista solitario” che con convinta partecipazione alla società che lo ospitava ha lavorato (come insegnante) operato (in politica) e prodotto nel campo delle arti visive senza maestri, senza seguire mode e senza adeguarsi al mercato bensì rifiutandolo deliberatamente.
Oltre la spiritualità delle religioni, oltre la razionalità del comunismo, sempre alla ricerca dell’ essenza dell’umano sia nel sociale sia nella politica sia nella propria intima identità.
Una vita intensamente vissuta con grande vivacità, impegno e gioiosa  ironia  nella seconda metà del ‘900 nella città più esclusiva, complicata e magica del mondo: Venezia”
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