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Discutere d'arte (di qualsiasi linguaggio, dal teatro alle arti visive, dal cinema alla musica alla scrittura) non è impresa facile di questi tempi di banalizzazione dei messaggi il cui fine è il divertimento.Riuscire ad allietare il pubblico "è già molto" dice Mario Vargas Llosa in un suo intervento su "La Stampa" del 5 marzo 2002 a proposito di uno spassoso spettacolo su Hitler tenuto a Broadway. D'altro canto l'operazione di banalizzare un tema a cui si lega una tragedia enorme e mostruosa aggiunge Vargas Llosa "non fa altro che manifestare un fenomeno molto più generale e caratteristico di quello che è stato definito malamente postmoderno: il crollo di tutti i valori tradizionali nel mondo della cultura sotto la tirannia sacrosanta della frivolezza ludica, valore supremo e forse unico che nessuno mette in discussione in questi albori del terzo millennio".